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"Avere qualcosa di importante da dire e che sia utile a tutti o a molti. 

Sapere a chi si scrive. Raccogliere tutto quello che serve. Trovare una logica su cui ordinarlo. Eliminare ogni parola che non serve. Non porsi limiti di tempo"

don lorenzo milani

Immagine del redattoreStefano Motta

Lo sport allena la scuola, E viceversa

Da quando il giovane campione dell’Atalanta, Matteo Pessina, ha dichiarato a Sportweek di quanto il suo modo di essere un giocatore di talento si debba anche all’importanza della formazione culturale ricevuta a scuola, con una menzione speciale per il latino, più di una testata ha cercato il suo insegnante di latino, per avere qualche aneddoto del Pessina studente.

Al docente di latino preme sfruttare l’occasione per dire alcune cose:


1. Sport e scuola non sono avversari. Troppo spesso vengono considerati antagonisti, e sovente, quando un ragazzo ha brutti voti, la prima soluzione adottata in famiglia è “togliergli gli allenamenti”. Nulla di più sbagliato: il gioco – come scriveva Huizinga – è una cosa serissima, e cimentarsi nei piccoli scontri, digerire qualche sconfitta, lottare e gioire per qualche vittoria insegna la tenacia e la confidenza nei propri mezzi che anche a scuola sono decisive.


2. Un insegnante non è mai un avversario: è un coach. Non crea tranelli per far cadere i suoi alunni: costruisce condizioni per farli vincere. Con un allenatore non si fanno trucchi, non si bara: ci si fida e ci si affida.


3. Tra le forme di socialità organizzata che il COVID ha fatto perdere ai nostri giovani lo sport è allo stesso livello della scuola. Anzi, un gradino sopra: se la didattica in presenza è stata in qualche modo surrogata dalla DAD, di certo non si è potuto fare nuoto a distanza in vasca da bagno, o pallacanestro, o calcio. Si parla ancora di allungare l’anno scolastico per recuperare i contenuti persi dagli studenti ma che bello se si considerasse che il detto “mens sana in corpore sano” è più che uno slogan, e i nostri ragazzi hanno bisogno di giocare, correre, divertirsi in compagnia e in sicurezza, per essere studenti e uomini migliori. È giusto ridurre la scuola a profitto insufficiente e “programma” non interamente svolto? È solo la scuola a educare i giovani?


Questo, tra le molte altre cose, il vecchio prof di latino ha imparato temporibus illis dal giovane campione di serie A. Se il battage giornalistico può riportare d’attualità anche la riflessione sulla comune alleanza educativa tra scuola e sport, è contento. Oltre che per i gol del suo allievo, naturalmente.

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